Come si costruisce una rivista o magazine

Come si costruisce una rivista o magazine

22 Dicembre 2021 2 Di Sabrina Mossetto
Tempo di lettura: 3 minuti

Per sviluppare una rivista (o magazine) occorre avere le idee chiare sui contenuti e provare poi a dividerli e ordinarli in modo che riescano a trovare una collocazione all’interno della foliazione (si chiama Timone).

Parliamo ad esempio di una rivista specialistica e non di attualità, una rivista che parli di vino, di moto, di computer o di altro. Abbiamo già un gruppo di persone pronte a collaborare, ognuna porterà il suo sapere. Quindi:

  • di cosa parlerà la rivista?
  • che cosa vogliamo comunicare?
  • cosa vorrebbero leggere le persone?

A questo punto pensiamo a buttare giù un elenco di macro argomenti e anche un elenco di approfondimenti legati a ogni macro argomento.

Dopo aver guardato l’elenco si comincia a ragionare sull’ordine che si vuole dare al materiale che si ha a disposizione, e qui è fondamentale qualche indicazione sulla collocazione dei pezzi, la migliore per dar loro visibilità in rapporto all’evidenza e all’importanza con cui vogliamo che compaiano.

Sempre in stretto riferimento al cartaceo, molto diversa è la percezione visiva e dunque la prevalenza di attenzione che inducono sul lettore, anche e soprattutto quello distratto o in cerca di qualcosa di “interessante”, le pagine di destra rispetto a quelle di sinistra, beninteso a “giornale aperto”.

Altre “calamite” sono i titoli, il colore, le illustrazioni, ma ne parlerò in altri articoli.

La rivista Terza Corsia
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Argomenti e rubriche

Nel digitale, qualunque sia la forma del messaggio che si voglia dare, restano molte analogie con la struttura originaria del quotidiano. Appunto presa tal quale dal quotidiano cartaceo, ma anche digitale, è la distinzione fra quelli che chiamiamo “settori” e quelle invece chiamate “rubriche”.

Nei quotidiani i settori sono: Interni, Esteri, Cronache, Cronaca cittadina, Cultura, Spettacoli, Sport ecc. La testatina di ogni pagina, di solito in alto, prima ancora che gli argomenti, li indica e distingue. Le firme agli articoli variano, anche se più o meno ricorrenti. Anche la quantità delle pagine varia, secondo l’importanza e l’urgenza delle notizie.

Le rubriche invece sempre se parliamo di giornali, sono quasi sempre nello stesso posto lungo la foliazione, spesso dello stesso autore, con firma ben visibile: il titolo della rubrica lo identifica senza equivoci (come ad esempio Specchio dei tempi; il buongiorno; l’amaca di Michele Serra; idem per i magazine Espresso Panorama ecc.). Sono appuntamenti fissi, anche la cadenza è rigida (quotidiana o settimanale o altra). Graficamente sono evidenziate in vari modi: riquadro o contorno, fondo colorato, titolo di altro carattere, simbolo, foto dell’autore. 

È importante non confonderli, e rispettarne il ruolo e dunque l’uso che vorrà farne il lettore.

Ecco adesso, con le idee un poco più chiare, possiamo cominciare a costruire il timone:

  1. Copertina
  2. In genere pubblicità
  3. Editoriale
  4. Pubblicità o Sommario
  5. Sommario
  6. Poi cominciano gli articoli
Immagine di un timone
Esempio di timone di una rivista tipo

Spesso il grafico disegna il timone su un foglio A4, piccoli rettangoli uno di fianco all’altro, ognuno con il suo numero di pagina. Si comincia a riempire gli spazi di indicazione pezzi, rubriche, quali quante e dove. Quasi sempre si fa a matita perché questo lavoro di redazione è lungo e a volte viene rivisto e rifatto.

Sembra semplice, lo so, ma ci vuole esperienza.

Immagine di timone di una rivista di settore
Esempio di timone di una rivista di settore