Anche questo passerà

Anche questo passerà

9 Giugno 2025 0 Di Sabrina Mossetto
Tempo di lettura: 5 minuti

La storia narra di un re che, cercando conforto per i momenti più disperati della vita, chiede ai saggi di corte di creargli un messaggio in modo che lui possa custodirlo nel suo anello. Nessuno riesce, finché un vecchio servitore, una figura paterna, non gli consegna un biglietto con le parole “Anche questo passerà”. In un momento di fuga e pericolo estremo, il re legge il messaggio e trova calma. Anni dopo, in un momento di trionfo e gloria, il servitore gli ricorda che quel messaggio vale anche nella felicità. Il re comprende così che nulla è eterno: né il dolore né l’euforia. Tutto è transitorio.

Parabola “Anche questo passerà”

Un re disse ai saggi che aveva a corte:
Voglio farmi fare un anello bellissimo. Possiedo uno tra i diamanti più belli al mondo e voglio farlo incastonare in un anello. E nell’anello voglio tener nascosto un messaggio che mi possa essere utile in un momento di assoluta disperazione. Dev’essere un messaggio brevissimo, in modo che lo possa nascondere sotto il diamante, all’interno dell’anello stesso.
I saggi di quel re erano tutti grandi studiosi, uomini in grado di scrivere profondi trattati, ma non di dare al re un messaggio di non più di due o tre parole in grado di aiutarlo in un istante di assoluta disperazione. Pensarono e scrutarono nei loro testi senza riuscire a trovare nulla di nulla.
Il re aveva un vecchio servitore, per lui era quasi un padre ed era già stato al servizio di suo padre. La madre del re era morta giovane e quell’uomo lo aveva accudito, pertanto il re non lo considerava un semplice servo, provava per lui un profondo rispetto.
Il vecchio servitore gli disse: “Io non sono un sapiente, un uomo colto, uno studioso; ma conosco il messaggio che andate cercando, poiché esiste un unico messaggio. Quelle persone non te lo possono dare; solo un mistico potrebbe, un uomo che ha realizzato il proprio essere.
Prosegue dicendo: “Nella mia lunga vita qui a palazzo ho incontrato ogni sorta di persone e una volta anche un mistico. Anche lui era ospite di tuo padre e io ero stato messo al suo servizio. Quando è ripartito, come ringraziamento per tutti i miei servigi, mi ha fatto dono di questo messaggio.
Il servitore lo scrisse su un pezzettino di carta, lo piegò e disse al re: “Non leggerlo, tienilo semplicemente nascosto nell’anello. Aprilo solo quando ogni altra cosa si sarà rivelata un fallimento; aprilo solo quando senti di non avere più alcuna via d’uscita.
Quel momento venne ben presto. Il paese fu invaso e il re perse il suo regno.
Stava fuggendo con il suo cavallo per salvarsi la vita e i cavalli dei nemici lo inseguivano.
Era solo, i nemici erano tanti. A un certo punto il sentiero di fronte a lui termina e si ritrova in una gola cieca: di fronte a lui c’era un baratro, caderci dentro avrebbe significato una morte certa.
Non poteva neppure tornare indietro: i nemici gli erano alle calcagna e già poteva sentire lo scalpitare e i nitriti dei loro cavalli.
Non poteva più avanzare e non poteva prendere un’altra strada.
All’improvviso si ricordò dell’anello. Lo aprì, prese quel rotolino di carta e lesse un messaggio il cui valore era veramente prezioso.
Diceva semplicemente: Anche questo passerà.
Sul re discese un profondo silenzio, mentre quella frase penetrava in lui: anche questo passerà e passò. Tutto passa, in questo mondo nulla permane.
I nemici che lo stavano inseguendo si perdettero nella foresta, presero un altro sentiero; pian piano lo scalpitare dei loro cavalli si allontanò e scomparve.
Il re provò una profonda gratitudine per il suo servitore e per quell’ignoto mistico.
Quelle parole si rivelarono miracolose. Ripiegò il foglietto, lo rimise nell’anello, ricostruì il suo esercito e riconquistò il regno.
E il giorno in cui rientrò nella capitale, vittorioso, mentre tutti inneggiavano a lui e lo festeggiavano con musiche e danze e lui si sentiva al settimo cielo per la felicità e l’orgoglio di quella conquista, di fianco al suo cocchio camminava il vecchio servitore che gli disse: “Anche questo è un momento adatto per leggere un’altra volta quel messaggio.
Il re disse: “Cosa vuoi dire? Adesso sono un vincitore, il popolo mi sta festeggiando. Non sono affatto disperato, non sono in una situazione senza vie d’uscita.”
E il vecchio gli rispose: “Ascolta. Ecco cosa mi disse quel mistico: questo messaggio non serve solo nei momenti di disperazione, serve anche quando si è alle stelle per la felicità. Non serve solo quando si è sconfitti, è utile anche quando si è vincitori; non solo quando ti trovi in fondo a un vicolo cieco, ma anche quando sei in cima a una vetta.
Il re aprì di nuovo l’anello, lesse il messaggio: “anche questo passerà” e all’improvviso, di nuovo la pace e il silenzio che aveva percepito la prima volta leggendo quelle semplici parole lo pervasero anche se immerso tra la folla che festeggiava e lo inneggiava; ogni orgoglio presente e l’ego se ne andarono.
Il suo orgoglio si era dissolto.
Aveva capito il messaggio.
E poi il vecchio disse al Re: “Ricordi tutto quello che ti è successo”. Nessuna cosa e nessun sentimento sono permanenti.
Come la notte cambia in giorno, i momenti di gioia e disperazione si sostituiscono.
Accettali come la natura delle cose, come parte della vita.”

Riflettendo su: “Anche questo passerà”

Questa storia mi parla con una voce quieta ma potente. Mi ricorda quanto spesso ci aggrappiamo alle emozioni del momento, sia alla disperazione che all’euforia, come se fossero tutto ciò che esiste. E invece no. Anche questo passerà.

Mi fa riflettere su quanto sia preziosa la prospettiva, la capacità di fare un passo indietro e guardare gli eventi della vita con occhi più larghi. Sentire che anche il dolore più acuto e il successo più euforico sono solo onde che vanno e vengono, mi porta un senso di sollievo. È come respirare più lentamente.

Sento gratitudine per il vecchio servitore, forse perché dentro di me c’è anche un bisogno di quella saggezza semplice, umana, che non si trova nei libri, ma nell’esperienza e nella calma dell’anima.

E mi domando: quante volte nella mia vita ho avuto bisogno di leggere quelle parole? E quante altre le dovrò rileggere?

“Anche questo passerà” è una piccola chiave che apre una grande porta: quella della consapevolezza. Non è rassegnazione, ma accettazione attiva. È come imparare a stare in equilibrio su una barca che ondeggia, sapendo che non potrà mai essere ferma, ma che possiamo sempre imparare a muoverci con lei.

Ci sono parole che non hanno bisogno di spiegazioni, solo di tempo per sedimentarsi. “Anche questo passerà” è una di quelle. È semplice, ma ha il peso dell’universo.

Quando ho letto questa storia, mi sono sentita toccata in un punto molto profondo, forse in quel luogo interiore che non parla spesso, ma osserva tutto. Mi sono ricordata dei momenti in cui ho pensato che non ce l’avrei fatta, in cui tutto sembrava crollare. E anche dei giorni in cui mi sentivo invincibile, piena di luce, come se niente potesse andare storto. Ora so che entrambe quelle sensazioni erano illusioni temporanee. E va bene così.

Il re, in fondo, siamo tutti noi: cerchiamo risposte nei luoghi più appariscenti, nei libri complicati, nei gesti eroici… e spesso dimentichiamo che la saggezza vera arriva in punta di piedi, magari da chi ci è accanto da sempre. Quel vecchio servitore, forse, per me, ha il volto di una persona cara, o di una parte di me che ho ignorato, è il custode di una verità che non ha bisogno di spiegazioni.

“Anche questo passerà” non mi dice di non sentire il dolore, o di non godermi la gioia. Mi invita a farlo con coscienza, sapendo che ogni emozione è un’onda che arriva e poi se ne va. È un invito a vivere, ma anche a lasciare andare.

Mi piacerebbe ricordarmi di questa frase più spesso. Nei giorni bui, certo, ma forse soprattutto nei giorni luminosi, quando l’ego canta vittoria e mi dimentico che ogni cima è solo un punto sulla strada.

Forse dovrei scriverla anch’io da qualche parte. Non in un anello, ma magari nel cuore.

Credits: camminando